I danni del “non osare”!

I danni del “non osare”!

Guardandovi intorno sarà facile riscontrare come oggi il concetto di coraggio non goda, in termini generali, di troppa considerazione, anzi, viene esaltato il concetto di sicurezza.
Viene cioè spesso consigliato di stare attenti e vigili, di restare al sicuro e non correre rischi, di rimanere in una posizione di comfort e di applicare l’antico proverbio (direi forse troppo antico) “non lasciare mai la strada vecchia per quella nuova, perché sai quello che lasci ma non sai quello che trovi”.

Ma siamo certi che ciò determina pienamente il vostro appagamento?
Siamo certi che ciò rende giustizia alla vostra individualità, alla vostra affermazione nel mondo?

E’ indubbio che restare in una zona d’ombra consenta di limitare al massimo le possibilità di sbagliare e, di conseguenza, vivere in una “tranquilla frustrazione”: chi “non fa… certamente non può sbagliare!
La verità invece è che riconoscere alla stabilità e alla sicurezza personale un’importanza eccessiva nella propria vita può indurre a condurre un’esistenza passiva, improntata al “mantenimento” piuttosto che allo “sviluppo attivo”.
Ciò determina che invece di pianificare obiettivi e perseguirli nel modo stabilito, si finisce, al contrario, per giocare in difesa, rimanendo al sicuro e cercando di respingere gli attacchi, con l’intento di conservare intatto il guscio protettivo.

Nella pratica di tutti i giorni questo assunto lo ritrovate, ad esempio, quando si persevera nel mantenere un lavoro che magari non vi soddisfa, solamente perché si tratta di un posto sicuro, senza neppure adoperarsi attivamente per cercarne un altro che davvero possa stimolare e farvi sentire vivi. Oppure quando si continua a restare in una relazione nella quale l’amore e la passione sono svaniti da tempo, senza preoccuparsi di rivitalizzarla, solo perché il rapporto va ormai avanti da anni e non è il caso di metterlo in discussione.
E’ abitudine comune, quindi, seguire il flusso degli eventi, anziché cercare di assumersi le proprie responsabilità e determinarne il corso: rimanere al sicuro, non esporsi, adottando un atteggiamento passivo e sperando che gli eventi della vita conducano in una direzione favorevole.

Avere la capacità di lasciare ciò che non rende felice, ciò che non emoziona, ciò che non fa sognare non è una fuga: è una ricerca.
Questo finalmente il nocciolo del problema che incombe su tanti e che rende prigionieri dei propri sentimenti, delle proprie passioni, dei propri desideri.

In buona sostanza pur di non affrontare problemi che non avete ancora (e che probabilmente non avrete mai), vi legate ed affezionate a quelli che avete già.

I danni del “non agire” sono pazzeschi!
Non agire significa “scegliere di restare”. E’ la scelta più semplice, ma che contribuisce a far sprecare quanto di più quanto di più prezioso esista: il tempo; con il rischio di ritrovarsi un giorno a dire: “E’ troppo tardi ormai, avrei dovuto farlo prima”.
Proprio così: avreste dovuto farlo prima…
…e allora fatelo adesso: non è mai troppo tardi!

Su una cosa non ho il minimo dubbio: se si assumono decisioni sorrette dalle vostre speranze e non dalle vostre paure, l’obiettivo che vi siete posti verrà sicuramente raggiunto.

 

Dal mio libro “I soldi ti rendono libero” – Giuseppe Gallo

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